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Per un insieme di circostanze favorevoli è stato ritrovato, da una spedizione archeologica che ricercava tutt'altro genere di reperti, uno scritto in aramaico, su papiro, che alla radio datazione col metodo del carbonio 14 è risultato antico di venti secoli… Al romanzo, che si svolge prevalentemente lungo la falsariga di quel documento, segue una postfazione con attinenti osservazioni storico-critiche. L'opera è munita inoltre di molte note storico_sociali sull'ambiente e sui costumi ebraici di 2000 anni fa, ai tempi di Gesù di Nazareth sotto l'occupazione romana. Romanzo storico: Per un insieme di circostanze favorevoli è stato ritrovato, da una spedizione archeologica che ricercava tutt'altro genere di reperti, uno scritto in aramaico, su papiro, che alla radio datazione col metodo del carbonio 14 è risultato antico di venti secoli. Da quasi altrettanti giaceva in India entro un cunicolo privo d'aria e per questo è giunto pressoché intatto al nostro tempo, nonostante l'estrema fragilità di tutti i supporti papiracei. Ma come mai quel papiro si trovava in India visto che, stando all'analisi testuale, si tratta d'un componimento redatto in Galilea e Giudea, nel corso degli anni 28-50 dello I secolo? Precisamente d'un diario tenuto da Levi Matteo, componente il gruppo itinerante di Gesù di Nazareth? E come sarebbe mai giunto quasi subito nell'induista e buddista penisola indiana? Non solo: quel documento potrebbe essere il testo evangelico perduto di cui aveva scritto, al principio del II secolo, il vescovo Papia di Gerapoli in una lettera dove, oltre a richiamare vangeli in greco che sarebbero stati riconosciuti canonici dal “Canone Muratoriano” e dal documento d'Ireneo “Contro le eresie” attorno all'anno 180, il prelato citava un vangelo redatto “nella lingua dei giudei”, cioè in ebraico o in aramaico. Non era stato d'altronde solo il vescovo Papia a parlare di quel testo perduto, ne avevano scritto anche gli antichi studiosi Ireneo di Lione ed Eusebio di Cesarea. Al romanzo, che si svolge prevalentemente lungo la falsariga di quel documento, segue una postfazione con attinenti osservazioni storico-critiche. L'opera è munita inoltre di molte note storico-sociali sull'ambiente e sui costumi ebraici di 2000 anni fa, ai tempi di Gesù di Nazareth sotto l'occupazione romana.