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I beati – in greco makaroi. Ecco la seconda parola dell'alfabeto della felicità. Indica la persona felice, pienamente appagata e soddisfatta, indica anche la buona sorte di qualcuno (beato te…), le persone che hanno avuto una particolare fortuna o si trovano in condizione privilegiata. Indica anche le persone, le quale per santità di vita, sono state elevate dalla Chiesa come Beati. In genere I BEATI significa FELICI. BEATI = FELICI! La felicità, come sappiamo, ha più di 7000.000.000 (sette miliardi) sfumature secondo il numero degli abitanti della terra. Non esiste la felicità unica per tutti, che soddisfa tutti. Ogni persona ha la propria felicità. Perché? Perché ogni persona è unica! Ogni persona è irripetibile! Allora giustamente è beata a modo suo – fai da te. 1°. Beati (felici) poveri in spirito – Per forza dobbiamo porci la domanda: Chi sono i poveri in spirito? San Luca scrive soltanto “Beati poveri”1, allora dal suo testo possiamo capire che Gesù, semplicemente e giustamente, consola i poveri. Secondo Matteo, però, i poveri non sono soltanto poveri materialmente ma spiritualmente. Intuiamo che “i poveri in spirito” makárioi hoi ptôchoi tôi pneúmati non significa soltanto la povertà materiale. Secondo me la dimensione di questa beatitudine è diversa. Non c'entra la ricchezza o la povertà materiale. Chi sono veramente i poveri del mondo? Ricchi che abbondano le cose materiali ma sono senza Dio? O poveri che muoiono di fame ma sono con Dio? Secondo la Bibbia i veri poveri sono le persone che vivono senza Dio. Nella Bibbia sono chiamati stolti, stupidi. Perché? La loro fine è la condanna eterna. Qui non c'entra avere o non avere! Ma Essere o non essere! “Beati i poveri di spirito” riguarda la nostra relazione con Dio! “I poveri di spirito” – in lingua greca makárioi hoi ptôchoi tôi pneúmati dove ptohoj, significa non soltanto i poveri, ma anche i mendicanti, i barboni che chiedono le elemosine, le persone degne di pietà. Interessante è che ptohoj unite con pneumati in questo caso significa i poveri che chiedono l'elemosina spirituale perché sono consapevoli che non sanno niente, per questo cercano la sapienza di Dio. Questo atteggiamento, come già ho scritto prima, non dipende dalla ricchezza o dalla povertà materiale, è un atteggiamento del cuore. “I poveri di spirito” sono ‘anawim YHWH, cioè gli umili davanti a Dio.